Aperta al traffico a doppio senso la galleria Listolade
L’inaugurazione della galleria Listolade, sotto il monte Pelsa, era avvenuta il 21 Maggio 2007, cliccare qui, permettendo così al traffico di tornare sulla strada principale dopo 13 anni, da quando cioè nel 1994 il tracciato in fondovalle, originaria via di collegamento fra alto e basso Agordino, era stato ripristinato, in quanto il tratto a mezza costa non era più transitabile a causa del disgregamento roccioso.
Il nuovo tracciato, compreso tra Listolade e Cencenighe, è di 2.081 m, inizia dal km 31+800 della S.R. 203 “Agordina” e dopo aver superato il tratto a rischio, si rinnesta alla S.R. 203 al km 33+250.
Il tratto in galleria è costituito da 1435,75 m di galleria naturale e 166,56 m di galleria artificiale di cui 148,56 m all'imbocco Nord (lato Cencenighe) e 18 m all'imbocco Sud (lato Listolade). La galleria, bidirezionale a canna singola, ha una sezione interna di 66,07 m2 e un’altezza libera sempre superiore ai 4,80 m.
La velocità di progetto è di 90 km/ora, ma per elevare il livello di sicurezza è stato posto il limite di 70 km/ora
Lo scavo e il rivestimento
A seconda delle caratteristiche della roccia (cliccare qui) si è provveduto a diverse tipologie di intervento durante la prima fase di scavo, che consiste nel controllo e nel contenimento della deformazione del foro scavato (la seconda fase è quella del rivestimento definitivo). Di seguito le tipologie di intervento previste nella prima fase, in ordine progressivo al peggiorare della roccia.
Lo scavo è stato effettuato con l’impiego
di esplosivi per le classi di roccia migliori e meccanicamente per la roccia
incoerente.
Lo scavo con l’impiego di esplosivo è stato effettuato con il
sistema dello sparo controllato, adottando opportuni microritardi e un adeguato
numero di fori di corona, per ridurre l’entità dei fuorisagoma
e il disturbo alla massa rocciosa al contorno dello scavo.
Dopo l’abbattimento, si è proceduto allo smaltimento dei detriti,
al disgaggio dei blocchi e dei detriti lapidei (i materiali scavati per la
costruzione della galleria ammontano ad oltre 129.000 m3). E’ stato
quindi realizzato un primo manto di betoncino proiettato, spesso pochi centimetri,
per impedire il distacco di piccoli detriti e il deterioramento dei parametri
di resistenza meccanica della roccia al contorno. Infine l’anello interno
di betoncino proiettato è stato portato allo spessore richiesto, conguagliando
e regolarizzando inoltre tutte le cavità, fuori sezione rispetto allo
scavo teorico; queste ultime infatti sono sede di pericolose concentrazioni
di sforzi e conseguentemente di potenziali distacchi e crolli di elementi
lapidei.
Ad avvenuto esaurimento delle deformazioni per convergenza della calotta,
è stato eseguito lo scavo dello strozzo e dei piedritti, secondo le
fasi previste per ciascuna classe di roccia, avendo cura di porre in opera,
dopo ciascun ciclo di scavo e prima dell’inizio di quello successivo,
le previste misure di sostegno.
L’arco rovescio è stato costruito, in presenza di rocce di classe
IV e V per contrastare le spinte e limitare i movimenti, in presenza di rocce
di classe II e III soltanto per motivi di tenuta all’acqua.
Dopo un periodo di assestamento di circa 6-8 settimane, durante il quale lo
scavo si comporta stabilmente con le sole misure di sostegno di prima fase,
sono stati eliminati i danni al rivestimento e si è provveduto al riempimento
delle cavità della massa rocciosa che costituiscono l’anello
portante, con iniezioni di malta o boiacca di cemento a bassa pressione.
Infine è stato realizzato il getto dell’anello di rivestimento
interno che ha il compito di alzare il grado di sicurezza e rendere la superficie
del vano liscia, pulita ed eventualmente lavabile. Collegarsi a www.ceramicoat.info
e a www.kbbmeissl.at
Gli impianti
L’equipaggiamento della galleria è stato realizzato dalla Elef
di Vicenza. Gli impianti elettrici di alimentazione comprendono la cabina
di MT, i quadri elettrici, l’alimentazione di sicurezza e di emergenza.
L’impianto di ventilazione e monitoraggio delle condizioni ambientali
conta 10 ventilatori da 35 Kw e 1.350 mm di diametro. L’impianto
d’illuminazione ha una linea di illuminazione permanente, i proiettori
sono costituiti da lampade a vapori di sodio A.P. del tipo ad ottica asimmetrica
per le linee di rinforzo e simmetrica per le linee permanenti. L’intensità
luminosa di ogni linea (permanente e di rinforzo) è regolata da un
regolatore di flusso collegato con fotocellule in grado di rilevare la luminosità
esterna. L’impianto semaforico di segnalazione, costituito da pannelli
freccia e croce di disponibilità di corsia installati agli imbocchi
della galleria, è attivabile in automatico tramite l’impianto
di rilevazione incendio oppure da remoto in caso di particolari esigenze.
Il tunnel è dotato delle postazioni SOS.
All’interno della galleria sono previsti inoltre i sensori di rilevamento
del traffico, il cavo termosensibile per il rilevamento degli eventi incendi,
i rilevatori di opacità e gli analizzatori di CO, gli anemometri
e i sensori per il rilevamento delle vibrazioni e del distacco dei motori
dei ventilatori. Tutti i segnali di rilevazione confluiscono ad un computer,
un PLC (Programmable Logic Controller) posto nella cabina MT-BT che, tramite
opportuno software, invia i segnali ai diversi impianti per gestire la ventilazione,
l’illuminazione e le emergenze, nonché alla sede della direzione
operativa di Belluno di Veneto Strade, da cui è possibile intervenire
a distanza per la risoluzione dei problemi che i sensori andranno a rilevare.
In caso di mancanza di energia elettrica sono stati previsti un gruppo elettrogeno
e un gruppo di continuità (UPS) che partono automaticamente. Collegarsi
a www.elef.it 28/07.