Caduta di diaframma del Tunnel
Idraulico Yacambu-Quibor
La valle del Quibor, nello stato di Lara (Venezuela) occupa
una superficie di circa 434 km2, con un clima semi-arido. Si trova 25 km a sud
di Barquisimeto, una città di circa un milione di abitanti, il più
grande centro di distribuzione alimentare del Venezuela. La valle ha delle condizioni
eccezionalmente favorevoli per la produzione di verdure, frutta e bestiame di
alta qualità e valore economico ma, dei 21.500 ettari potenzialmente
coltivabili se irrigati, sono attualmente sfruttati solo 3.500 ettari.
Lo sviluppo agricolo è stato raggiunto grazie alle sfruttamento delle
falde acquifere locali, ma per oltre 40 anni si è utilizzato più
acqua di quanto era possibile portando ad un calo del livello delle falde e
a un aumento della salinità.
L'attuale acquedotto della città di Barquisimeto attinge ai pozzi locali
alimentati dalle falde acquifere e alle acque di superficie dell'Alto Tocuyo,
fonti insufficienti per fronteggiare la crescente domanda dei settori agricolo
e urbano. La valle del Quibor ha terreni in grado di produrre tutto l'anno,
ma le falde acquifere si stanno seccando e il livello di falda è ad oltre
150 m. A Barquisimeto, la mancanza di 1.700 l/sec coinvolge un terzo degli abitanti.
Per porre rimedio alla situazione, l'impianto idraulico Yacambu-Quibor sfrutterà
le acque del fiume Yacambu favorendo lo sviluppo dell'agricoltura nello stato
di Lara, oltre a migliorare l'approvvigionamento di acqua potabile per Barquisimeto,
la capitale di questo stato occidentale. Il sistema idraulico Yacambu-Quibor
comporta la costruzione di una diga alta 162 m sul fiume Yacambu, che formerà
un bacino con una superficie di 852 ettari, con una capacità di 435 milioni
di metri cubi di acqua e di un tunnel lungo 24,3 km che trasporterà le
acque dalla conca superiore del fiume sino alla zona più arida della
valle del Quibor. Il tunnel trasporterà 287 milioni di metri cubi di
acqua all'anno dal fiume Yacambu sino a San Jose, nella Valle. Due terzi dell'acqua
irrigheranno le coltivazioni e un terzo colmerà la mancanza d'acqua di
Barquisimeto.
Una volta terminato l'impianto, l'offerta agricola dello stato crescerà
in volume del 35,8%, sarà infatti possibile incrementare il valore della
produzione e l'occupazione diretta e indiretta. Il progetto ha raggiunto un
importante traguardo con la conclusione del tunnel, avvenuta il 3 Agosto 2008.
L'entrata in funzione inizierà nel 2011. Cliccare ve/15.
Collegarsi a www.yacambu-quibor.com.ve
L'investimento complessivo per il progetto ammonta a 600 milioni di Dollari
Usa, di cui 280 milioni rappresentano il contributo della Corporacion Andina
de Fomento (CAF) e comprendono un accordo di finanziamento di 75 milioni di
Dollari Usa, firmato il 15 Luglio 2008, per gli investimenti nelle infrastrutture
e per svilupppare gli aspetti sociali e ambientali del progetto.
Storia del progetto
La costruzione del sistema idraulico Yacambu-Quibor iniziata nel 1973, ha subito
otto interruzioni: cinque valutazioni nazionali e minacce di riprogettazione.
Gli appaltatori non sono riusciti a terminarlo, non avevano un finanziamento
e una campagna mediatica internazionale tentò di dimostrarne l'infattibilità.
Sono state utilizzate diverse metodologie: TBM, escavatori a testa fresante
e infine esplosivi.
Lo scavo iniziò nel 1975. Il contratto di aggiudicazione richiedeva l'impiego
di TBM a fronte aperto. Il consorzio aggiudicatario iniziò con tre TBM
(due dai due imbocchi e una da una galleria di accesso). Nel 1977, dopo aver
impiegato 22 mesi per scavare 1.350 m, a causa del terreno spingente e della
bassa resistenza della roccia che non forniva ai gripper della TBM una presa
sufficiente, l'appaltatore decise di abbandonare. Nel corso del medesimo anno,
i lavori furono affidati ad un nuovo consorzio, ma la velocità di avanzamento
rallentò ulteriormente.
Nel 1979, durante le festività natalizie, i lavori di scavo si interruppero.
La roccia registrò tali convergenze, che una delle TBM fu completamente
sommersa dalla terra a causa di una rapida e imponente frana. Il contratto si
interruppe nuovamente con 1.600 m completati sui 24,3 km complessivi. I resti
della TBM furono rimossi molti anni più tardi.
Nel 1980, con l'aggiudicazione di un nuovo contratto ad un nuovo consorzio,
si decise di optare per il metodo drill&blast. Sino al 1989, le controversie
riguardanti le imprese internazionali avevano paralizzato il progetto. Il progetto,
iniziato sotto la responsabilità del Ministero dei lavori pubblici (MOP),
era quindi passato nello stesso anno all'impresa statale Sistema Hidraulico
Yacambu-Quíbor (SHYQ) e attualmente è del Ministero dell'ambiente.
Collegarsi a www.minamb.gob.ve
Nel 1995, un ulteriore contratto ha permesso di passare dallo scavo con escavatori
a testa fresante a quello con esplosivi. Lo scavo ha raggiunto i 20 km nel 2002,
i 22,5 km nel 2006 e si è concluso nel 2008, 33 anni dopo l'inizio. Il
tunnel è stato costruito in base al progetto originale.
Geologia
La geologia comprende arenarie, filliti e calcari in condizioni spingenti. La
filite grafitica ha una resistenza media alla compressione di circa 50 MPa e
il valore GSI è pari a 24. Nel peggiore dei casi, la resistenza della
fillite è di 15 MPa. La fillite grafitica è una roccia di qualità
molto scarsa che crea seri problemi di frana e che, senza un sostegno adeguato,
può arrivare a chiudere completamente il tunnel appena scavato.
Il progetto di Yacambu era un tipico esempio di scavo al buio. La geologia era
praticamente sconosciuta e imprevedibile. Con la scarsa esperienza precedente,
non si conosceva la reazione della roccia alla perforazione, soprattutto sotto
la grande massa delle Ande. A complicare ulteriormente le cose, il tunnel attraversa
la faglia di Bocono e il prolungamento della faglia di San Andreas, che divide
la zona occidentale della California nell'America del Nord. Il tunnel idraulico,
il cui scavo è stato ultimato, attraversa la cordigliera andina sotto
una copertura massima di 1.200 m.
Metodi di costruzione
Inizialmente erano state impiegate due TBM Robbins per scavare 1.613 m dal portale
di entrata e 1.846,36 m dal portale di uscita. Dopo il cambio di metodo di costruzione,
si era utilizzato un escavatore a testa fresante Dosco dal portale di entrata
per scavare 2.500 m (dal km 1+850 sino al km 4+350). Collegarsi a www.therobbinscompany.com
e a www.dosco.co.uk
A partire dal 1995, è stato utilizzato un carro da perforazione a due
bracci Atlas Copco 282 su ognuno dei due fronti, con punte di perforazione R32
da 1 5/8", punte di perforazione R32/R38 da 2" con diametro pari a
3,70 m. L'area scavata è in media pari a 21,24 m2, mentre l'area rivestita
è di 8,67 m2 in modo che la sezione finale sia di 12,57 m2 Collegarsi
a www.atlascopco.com
Il progetto richiede inoltre la costruzione di una presa selettiva, composta
da tre tunnel orizzontali da 3 m di diametro a circa 730, 710 e 690 m sopra
il livello del mare, da due pozzi verticali, profondi 70 m e con 4,30 m di diametro
interno e da tre valvole a farfalla di tipo VAG con 1.500 mm di diametro.
Per lo smaltimento dello smarino sono state utilizzate diverse pale Häggloaders:
una piccola 8HR2 e una grande 8HRS al portale di ingresso oltre a due piccole
8HR2 al portale di uscita. Sono stati impiegati anche treni Häggloader
da 11-14 m3. Collegarsi a www.gia.se
Il terreno è stato rinforzato con bulloni Swellex di Atlas Copco (1,50
m, 2 m, 3 m e 4 m), rete elettrosaldata da 7 mm fabbricata in Venezuela e centine
H200. Lo shotcrete è stato applicato con una pompa Putzmeister, un'Aliva
260 e un braccio robot ad ogni fronte di Shotcrete Technologies con additivi
Sika e MBT. Collegarsi a www.swellex.com,
www.sika.com/stm.htm,
www.putzmeister.de e
a www.shotcretetechnologies.com.
Per vedere le immagini del progetto, cliccare qui.
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